L’approccio al tema di progetto è stato fatto considerando non solo l’area assegnata dal bando di concorso, ma tenendo conto dell’intero isolato in funzione delle aree verdi limitrofe. Attraverso alcune domande che ci siamo posti abbiamo provato a giustificare la nostra strategia progettuale. Come possiamo riconoscere in una scala urbana del sito il modo per ricucire un tessuto connettivo? La nostra risposta viene attraverso una dichiarazione in cui gli spazi vuoti devono essere considerati come una risorsa non rinnovabile. Per perseguire questa dichiarazione abbiamo iniziato ad analizzare tutte le sporadiche zone verdi attorno all’area con l’intenzione di reintegrarle in un unico grande elemento verde. Avere questo polmone verde pubblico va contro il programma richiesto dal bando. Per soddisfare ciò ci siamo chiesti: come possiamo mantenere questo verde pubblico senza farlo gravare ai residenti? Abbiamo creato una strategia d’intervento in cui si va a realizzare un piano extra da proporre a persone con reddito più alto le quali possano quindi pagare un affitto maggiore che andrà a coprire le spese di manutenzione del verde e trasformare il vecchio schema urbano in un nuovo concetto in cui vi sia un unico affaccio stradale permettendo un aumento del verde. Come possono tutti i residenti del nuovo intervento godere di un’area verde privata? Grazie a lunghi balconi, i residenti che abitano nei piani superiori dell’edificio possono godere il verde pubblico che va ad abbracciare i loro terrazzi rendendoli piccoli giardini pensili. Per soddisfare la richiesta di spazi parcheggio all’interno dell’area sono state create micro dune di 1,5 mt che nascondono facilmente le automobili dai percorsi pedonali. L’area verde pubblica viene così delimitata da una parte dalle dune verdi e dall’altra dal sistema “ha ha” che va a definire il limite tra verde pubblico e privato per gli appartamenti siti al piano terra.